Il Primitivo del Salento
Il Primitivo è uno dei vini più apprezzati e diffusi nel sud Italia, tanto da essere negli anni '90 la nona varietà italiana per superficie vitata, con 17.000 ettari.
Produce un vino di colore intenso, strutturato, speziato e di elevata gradazione alcolica.
La sua origine ci riporta ai tempi degli Illiri, un’antica popolazione dei Balcani dedita alla coltivazione dell’uva che viveva in quella che oggi è la Croazia, furono loro a portare questo vitigno in Puglia, dove si adattò alla perfezione, tanto da trovare il suolo ideale territorio per crescere e svilupparsi al meglio e dare risultati eccezionali.
Le prime tracce storiche certe del Primitivo, però, risalgono al Settecento, quando un ecclesiastico di Gioia del Colle, don Francesco Filippo Indelicati, lasciò le prime testimonianze scritte riguardanti questo vitigno, dove racconta che tra i suoi vitigni uno maturava prima degli altri, dando un’uva particolarmente nera, dolce e gustosa e che si poteva vendemmiare già̀ ad agosto. In quell’epoca il vitigno era chiamato in dialetto locale ”Zagarese” ma venne rinominato con il termine “Primitivo” dal latino “Primativus” per la sua maturazione precoce.
Si diffuse in seguito da Gioia del Colle alle odierne province di Lecce e Taranto e quindi nel Salento proprio grazie all’attività di don Francesco Filippo Indelicati ed anche grazie al matrimonio tra la contessina Sabini di Altamura e Don Tommaso Schiavoni-Tafuri di Manduria. La Contessina portò in dote delle barbatelle di Primitivo che nelle terre di Manduria trovarono clima e terreno ideali. Grazie all’opera di Don Tommaso Schiavoni si diffusero in tutto il territorio.